MAPPE-IL TEATRO DEL MONDO

E' uno di quei libri che ti proiettano indietro nel tempo così tanto e poi, man mano che attraversi i secoli della Storia passata su mappe e cartine, quando lo hai finito non capisci a che mondo appartieni. La percezione del mondo stesso cambia scorrendo tutta la storia della cartografia che c’è qui. Il sottotitolo già molto ci fa capire: il teatro del mondo. Esatto. Il mondo esibito come spettacolo teatrale attraverso le mappe che sono la scena, il teatro appunto, dove l’uomo ha rappresentato l’ignoto, i propri desideri di avventura e conquista.

L’autore, Reinertsen Berg Thomas, che conosce e ha studiato ogni libro, volume o citazione possibile sulla cartografia non tralascia nulla. Il libro si apre con la raffigurazione del primo atlante moderno del fiammingo Abramo Ortelio del 1570. Appunto il “theatrum orbis terrarum”. Ovviamente c’è la cartografia del nord Europa da dove proviene Berg ma anche il mondo greco, le proiezioni di Tolomeo, le carte su papiro degli egiziani e quelle babilonesi. La cartografia romana che comprendeva anche mappe urbane, la mappa di Bedolina di tremila anni fa incisa su roccia. Insomma si passa dal mondo antico a quello moderno.
Che mappe rappresentavano gli uomini che vivevano migliaia di anni fa? Quale era il loro rapporto con lo spazio che li circondava e come lo rappresentavano? Quale cammino abbiamo dovuto intraprendere come esploratori, geografi, cartografi per passare dalle pitture rupestri e a quelle incise direttamente sulle rocce fino ad arrivare a Google Earth? Berg ci racconta la Storia di popoli e nazioni attraverso la cartografia. Usando fotografie e riproduzioni che hanno segnato uno spartiacque nella conoscenza delle mappe e delle origini dell’uomo, riesce ancor di più a farci entrare in questa storia, la nostra storia, per capire chi siamo stati e chi siamo ora. 


Thomas Reinertsen Berg – “Mappe. Il teatro del mondo”, Vallardi 2018 – 19,90 euro

Chi ti da una serpe quando chiedi un pesce, puo' darsi abbia solo serpi da dare. La sua dunque e' generosita'. Kahlil Gibram