L'INDICE GLICEMICO NELLA PASTA AD ALTO CONTENUTO DI FIBRE


Enrico Bertoli - Gianna Ferretti - Tiziana Bacchetti (Università Politecnica delle Marche)
 

 
PREMESSA
 
Numerosi studi hanno riportato che un'alimentazione ricca di zuccheri semplici è associata all'insorgenza di diabete, patologie cardiovascolari e sindrome metabolica. Tra i meccanismi molecolari ipotizzati vi è un effetto sul metabolismo del glucosio e secrezione di insulina.
Allo scopo di prevenire queste patologie negli ultimi anni è stato proposto l'indice glicemico, come un utile parametro di qualità nutrizionale. L'indice glicemico (IG) consente di classificare gli alimenti che contengono carboidrati in base all'incremento di glicemia e si calcola confrontando l'incremento dei livelli di glucosio nel sangue dopo l'ingestione di una quantità predeterminata dell'alimento rispetto all'incremento osservato dopo l'ingestione di un alimento di riferimento (glucosio o pane bianco). L'IG si esprime come percentuale del valore di riferimento considerato uguale a 100.


Studi condotti su diversi tipi di alimenti hanno evidenziato che l'indice glicemico dipende dalla natura dei carboidrati presenti, dal contenuto di fibra e da altri fattori in grado di influenzare la digestione e l'assorbimento dei carboidrati e di conseguenza la risposta insulinica.
In generale, i cibi contenenti zuccheri raffinati hanno un alto indice glicemico, mentre le verdure e i legumi e gli alimenti ricchi di fibre tendono ad avere un indice glicemico più basso.
Noto l'indice glicemico di un alimento è possibile calcolare un altro parametro, il carico glicemico. Il carico glicemico è dato dal prodotto dell'indice glicemico dell'alimento per la quantità di carboidrati contenuti nell'alimento stesso. I concetti di indice e carico glicemico sono particolarmente importanti in patologie in cui è importante il controllo della glicemia e dell'insulina postprandiale quali il diabete e obesità.
L'interesse della determinazione di tale indice è confermato anche dal fatto che numerosi Paesi come Svezia, Germania, UK e Australia riportano tale valore nell'etichetta nutrizionale dei prodotti alimentari.
 

 

 

 


METODI
 
L'indice glicemico di un tipo di pasta contenente il 15% di fibra (formato spaghetti) è stato valutato seguendo le indicazioni sperimentali descritte da Wolever et al. 2008.
Sono stati inclusi nello studio 20 volontari sani non affetti da diabete o altre patologie del metabolismo glucidico. L'età, il sesso e il BMI medio dei soggetti inclusi nello studio sono riportati nella Tabella 1.
 

 

Sono state valutate  le variazioni di glicemia dopo l'assunzione di glucosio (50 g), come alimento standard, e degli spaghetti (50 g di carboidrati disponibili). Il saggio è stato condotto per un tempo massimo di 120 minuti. Come mostra la Figura 1 si ha un incremento della glicemia postprandiale e l'area sotto la curva può essere utilizzata per calcolare l'AUC (aree incrementali sottese dalle curve). All'area sottesa dalla curva ottenuta a seguito dell'assunzione di glucosio viene attribuito il valore 100.
L'indice glicemico degli alimenti è stato calcolato come rapporto tra AUC della risposta glicemica alla pasta rispetto all'AUC dell'alimento di riferimento (glucosio):

 
Indice glicemico (IG) = (AUC pasta / AUC glucosio) x 100


 
RISULTATI
 
Il livello medio di glicemia a digiuno è pari a 4.4 ± 0.4 mmol/L e aumenta a seguito dell'assunzione dell'alimento standard (glucosio), raggiungendo un picco massimo dopo circa 30 minuti (7.2 ± 1.0 mmol/L) (Figura 1). I valori di AUC ottenuti a seguito dell' assunzione dell'alimento di riferimento varia nella popolazione presa in esame con valori compresi tra 84.5 e 350 mmol*min/L. Il valore medio è pari a 185.4 ± 67.7 mmol*min/L. Questi dati sono in accordo quelli riportati da altri autori.
Nella Figura 1 sono rappresentati i valori medi di glicemia ottenuti dopo assunzione di pasta con 15% di fibra, rispetto all'alimento di riferimento. I massimi valori di glicemia osservati sono 5.4 ± 1.0 mmol/L (Figura 1). Il valore medio di AUC ottenuto dopo assunzione di pasta (43.7 ± 17.1 mmol*min/L) è inferiore rispetto a quello ottenuto con l'alimento standard (Figura 2).
I valori individuali di IG riferiti alla pasta sono compresi tra 11% e 37% e il valore medio è pari a 23.5 ± 9.1%.
 

 

Figura 1: Variazione della glicemia dopo assunzione di
glucosio o una porzione equivalente di spaghetti con 15% di fibra
 

 
CONCLUSIONI
 
L'indice glicemico è un parametro che consente di classificare i cibi in base al loro effetto sulla glicemia.
In base a questo valore gli alimenti vengono classificati in:
 Alimenti a basso indice glicemico IG < 55%
 Alimenti ad indice glicemico medio 65 < IG > 69
 Alimenti ad indice glicemico alto IG > 70
I risultati ottenuti hanno evidenziato che la pasta con il 15% di fibra (formato spaghetti) ha un indice glicemico medio di circa 23% e quindi può considerarsi un alimento a basso indice glicemico.
 
La fibra alimentare è l'insieme dei carboidrati complessi (polisaccaridi, cellulosa, emicellulosa, lignine, silicati, inulina, oligosaccaridi) e di altre sostanze non immediatamente digeribili dall'uomo e perciò non assimilati dal nostro organismo. Pur non potendosi considerare un nutriente, la fibra alimentare esercita effetti di tipo funzionale e metabolico che la fanno ritenere un'importante componente della dieta umana.
Oltre contribuire a rallentare l'assorbimento degli zuccheri presenti nell'alimento la fibra alimentare svolge un ruolo importante nell'aumento del senso di sazietà e nel miglioramento della funzionalità intestinale e dei disturbi ad essa associati (stipsi, diverticolosi).
Anche in ambito sportivo, il miglior modo per avere energia modulata nel tempo e quindi per tutta la durata dell'allenamento o del match, è quella di alimentarsi con carboidrati complessi (pane, pasta, riso e patate) abbinati alla fibra: da qui si deduce l'importanza di inserire nella dieta degli sportivi una pasta ad elevato contenuto di fibra, che unisce carboidrati complessi e fibre in un unico alimento. Ciò permette di avere un miglior assorbimento modulato con un effetto energetico prolungato. Controllare i "picchi" di insulina significa massimizzare lo stato di forma fisica.
Molta attenzione è stata posta negli ultimi anni sulle cosiddette fibre prebiotiche. Queste fibre sono utilizzate dalla flora batterica e sono in grado di stimolare in modo selettivo, a livello del colon, la crescita di specie batteriche che svolgono un'importante effetto equilibratore della microflora intestinale (microrganismi probiotici).

Il tempo libero e' il bene più prezioso che un uomo possa possedere, l'autentica ricchezza della nostra epoca.  Socrate